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Tamarindo   

Habitat: Paesi a clima subtropicale

Parte utilizzata: la polpa del frutto, le foglie

Proprietà: purgative, antimalariche, antimicrobiche

Il Tamarindo è un albero tropicale, originario dell’Africa orientale e dell’Asia. Può raggiungere anche trenta metri di altezza con una circonferenza del suo fusto fino a 8 metri. I suoi frutti sono legumi lunghi (da 10 a 15 centimetri ca.) contenenti al loro interno numerosi semi da cui si ricava la polpa, dopo opportuni trattamenti. Le proprietà terapeutiche del Tamarindo derivano in particolare proprio dai suoi frutti, da cui si ricava la polpa, ricca di acidi quali l’acido citrico, il tartarico e l’acido malico ma anche di grassi, sali, zuccheri e pectine, vitamine e minerali come calcio, fosforo e potassio. Nei suoi semi si trova la tamarindina, principio attivo che sembra efficace contro alcuni virus e batteri per la sua azione antinfettiva ed antibatterica. Gli Arabi lo nominarono Tamarindo, cioè “dattero indiano”, e lo fecero conoscere all’Europa. L’Italia, già dal 1500, ne riconosceva anche le sue proprietà regolatrici dell’intestino e leggermente lassative. Le foglie, invece, in alcuni paesi dell’Asia, da sempre vengono utilizzate per curare le febbri malariche. La polpa oggi è usata anche a scopo alimentare per produrre bevande rinfrescanti, sciroppi, o come spezia da utilizzare in diverse pietanze, in particolare nella cucina asiatica.